
Cari Twilighters, dopo aver placcato delle fan che volevano prendere il suo posto, Alix Girod de l’Ain ha avuto il privilegio di intervistare Robert Pattinson per il settimanale ELLE in occasione dell’uscita di ‘Rememeber Me’.
Giornalista d’inchiesta, una missione.
Giornalista di inchieste per ELLE, un sacerdozio. Dandomi un biglietto per Londra, dove mi aspetta un incontro con Robert Pattinson, i miei capi mi ricordano il mio dovere; devo, ad un certo punto dell’intervista, farmi mordere il collo dall’Edward di Twilight.
Prima di soccombere sotto i denti di Rob Pat, ho dovuto però liberarmi da quelli delle amiche di mia figlia che, venendo a conoscenza del fatto che un’anziana (come me) avrebbe avuto un tale privilegio, si sono precipitate in casa urlando qualcosa del tipo ‘marmellata ai porci’. A quel punto mi è venuto spontaneo ricordare loro che ‘se passassero meno tempo su pipeule&acné.com, saprebbero che in latino il detto è ‘margaritas ante porcos’ (più noto come ‘perle ai porci’) e che non sarà con un cultura generale da quattro soldi che potrebbero avere la fortuna in futuro di poter sedurre un cervellone come Robert Pattinson e ottenere da lui un morso di canini sul collo’.
Ripassando sull’Eurostar la vita e la filmografia di Rob Pat, mi sono rasserenata: se solo il 10% di quello che è stato scritto su di lui fosse vero, dovrebbe essere pazzo, ma allora perché non antropofago? Diciotto mesi fa nessuno conosceva questo ex-modello inglese, nessuno credeva in lui, neppure sua madre che, dopo la sua ultima delusione professionale (la sua partecipazione a un film – Vanity Fair - era stata tagliata in sala di montaggio) gli avrebbe consigliato di gettare la spugna. Ma poi è arrivata la saga dei vampiri, arrivata come per sbaglio dopo una particina in ‘Harry Potter e il calice di fuoco’… I produttori di Twilight pensavano che non fosse abbastanza bello, ma l’attrice principale, già inserita nel cast, non lo giudicava però così male. Per mancanza di tempo o di degni avversari, fu preso.
Dopo di che, l’inferno o il paradiso, allo stesso tempo. 400 milioni di dollari per questo primo film e altrettante amiche di mia figlia attaccate (alle gonne … sarebbe la traduzione esatta) ai pantaloni( ai berretti?) di Robert Pattinson. 10 milioni di dollari di cachet per i 3 episodi successivi della saga e altrettanti milioni di voci tendenziose (Patz sarebbe drogato, bigamo, gay, padre di famiglia, non si laverebbe mai … ma preferisco lasciar perdere). Una vita privata confiscata, fatta a pezzi, completamente riscritta. Quando i giornali iniziano a parlare di una vostra storia d’amore con una donna che non avete mai conosciuto, è un segnale. Per molto tempo ha voluto dire che il tuo nome era Leonardo di Caprio; ora significa che sei ‘The Patz’ (è recentissima la storia che lo voleva fidanzato con Uma Thurman prima ancora che si fossero dati la mano per la prima volta). Effetto collaterale di una gloria planetaria: non potrete mai più andare a bere una birra in un caffè, anche con un berretto in testa e a notte fonda. L’ultima volta che ha cercato di farlo, a New York, ci sono stati dei feriti…
Prima di accedere al Graal, in questo caso la suite del Dorchester dove, con un po’ di fortuna, l’attore mi morderà la giugulare, sono stata convocata alla proiezione di ‘Remember Me’ il film di Allen Coulter e là tocco con mano che avere Robert Pattinson come primo nome sui manifesti può scatenare l’isteria dei distributori.
Hanno controllato la mia carta d’identità, confiscato il mio portatile e il mio registratore, mi hanno fatto firmare 17 moduli nei quali mi impegno a non raccontare nulla dell’intrigo, del casting, della musica ecc., neppure a mia nonna sul letto di morte e fino all’uscita del film. Ecco il film … una storia lenta e triste di un giovane newyorchese scontroso che incontra una ragazza (Emilie de Ravin) anche lei non troppo allegra. Viene dal Queens, suo padre è un poliziotto; e a lui, ragazzo ricco e ribelle, lei piace molto, i guai possono cominciare. Sembra che stia prendendo in giro il film, ma non è così. Il film è bello, le ultime immagini vi inchiodano alla sedia e soprattutto, Pierce Brosnan e Lena Olin sono così belli nella parte dei genitori di Pattinson che anche solo per vedere loro, vale la pena di andare. E poi due ore di Rob Pat in piedi-seduto-coricato-di fronte-di profilo-a torso nudo-in pantaloncini, è sempre meglio che vedere la stessa cosa che so … con Eric Besson (ministro francese non molto amato).
Dopo di che eccomi finalmente davanti alla porta della suite di Rob Pat. Sono riuscita a non farmi perquisire, ma non a evitare una serie di raccomandazioni – una sola domanda sulla sua vita amorosa e… sarei stata fucilata – né a Robert né al manager che non si è mosso dalla stanza durante il quarto d’ora concesso. Manager … piuttosto guardia del corpo, e poi, dato che dolcezza e temperanza segnano il mio viso, dev’essere lui, Robert Pattinson, quello pericoloso.
Mi dicono che sta arrivando ed è l’eroe di ‘Into the Wild’ quello che entra. Lungo, magro, camicia da falegname e soprattutto con la barba lunga di un anacoreta, sono a due passi dal chiedere un rimborso del mio biglietto dell’Eurostar.
E’ strano, ad un certo stadio di notorietà, si perde il diritto di essere odiosi.
Va beh, sto esagerando ragazze. Innanzi tutto non ha affatto un cattivo odore, anzi il mio naso percepisce persino il profumo di vétiver del sapone per gli ospiti dell’hotel, deve essersi lavato le mani da poco. Sotto la barba (che si sta facendo crescere per girare ‘Bel-Ami, da Maupassant) la pelle è liscia, l’occhio castano vivo, i capelli bicolore sapientemente acconciati e le labbra di un bel rosso scuro. A questo punto, sono quasi tentata di notare che, se di profilo è perfetto, visto di fronte c’è qualcosa di un po’ schiacciato nei suoi tratti. Ma no, non lo scriverò, ho troppo paura di ricevere delle minacce di morte da parte della frangia adolescente di ELLE. E poi non è così.
Una delle prime cose che racconto a Robert Pattinson è che conosco una ragazza, di 37 anni e con tre figli, che, di nascosto, ha visto 6 volte Twilight (ne sappiamo qualcosa no? ). Risponde rapidamente, che non l’ha fatto apposta. Perché questo ragazzo, sappiatelo - e dei colleghi l’hanno constatato prima di me – è così. Autenticamente modesto. Accetta le domande sulla sua iper-fama senza smancerie, ma con una sorta di educato stupore. Il fenomeno, per lui, è Twilight, non lui.
Tutti, dalla scrittrice Stephenier Meyer all’ultimo assistente alla regia, ha contribuito a costruire il fenomeno. E il fatto di interpretare ruoli diversi tra un episodio e l’altro della saga (è stato Dalì in Little Ashes, tra il primo e il secondo, e ha girato Remember Me tra il secondo e il terzo) l’ha aiutato a relativizzare.
“A volte avevo un solo giorno per me, tra un film e l’altro, neppure il tempo di prendere la testa tra le mani per chiedermi ‘che cosa mi sta succedendo?’ ”.
Ma questo successo non ti ha fatto impazzire?” “Non che io sappia”. “Nessuna pulsione distruttiva?”. “No, almeno non credo. Frequento le stesse persone da quando ho 12 anni, e sono loro piuttosto che a volte fanno fatica a gestire … il circo che ho intorno. A Cannes, eravamo insieme in un albergo pieno di paparazzi, erano aggressivi e i miei amici volevano picchiarli. E sono che ho calmati tutti. E’ strano, ad un certo stadio di notorietà, si perde il diritto di essere odiosi. Se si vuol continuare ad essere dei bastardi, bisogna farlo di nascosto” dice divertito.
Ma eccoci al punto: “Quindi, lei, personalmente non morde nessuno in pubblico?”
Alza un sopracciglio, sorpreso del fatto che qualcuno abbia attraversato la Manica per fargli una domanda così cretina. Ma io, da bravo piccolo soldato, cosa dico, da valorosa carne da cannone inviata da una redazione un po’ disturbata, insisto: “Neppure se qualcuno glielo chiede?”. E a quel punto Rob Pat ne ha abbastanza, ma da ragazzo gentie qual è sorride e mi chiede “Ma non ha voglia di parlare del film?”. Nulla di grave, la falsa rossa (l’intervistatrice) ci prova sempre tre volte. E dunque eccoci lì a parlare del giovane Tyler Hawkins, eroe di ‘Remember Me’. Un ribelle, una caratteristica che ha colpito Pattinson.
“Ricordo che anch’io a 19 anni, aveva quella rabbia disordinata”. E qui l’attore ricorda i tentativi mai riusciti.
“Una delle cose belle del successo, è che i casting, almeno per ora, sono finiti per me”.
Prendo nota di quel ‘per ora’ sorridendo.
“Un altro vantaggio è la possibilità di discutere il personaggio con il regista. Allen Coulter mi ha lasciato approfondire la complessità del personaggio e sentire un regista che ti dice ‘vai dove ti senti di dover andare’ è moltissimo per un attore, è come se ti spuntassero le ali”.
Poi continua, impavido, a parlarmi di Emilie de Ravin, con cui naturalmente gli è stata attribuita una relazione:
“E’ super! Non era per niente quella che stavamo cercando, ma appena l’abbiamo vista, abbiamo capito che era la persona giusta”.
Gli chiedo poi che cosa è più disturbante per un attore, se avere Pierce Brosnan come padre o Lena Olin come madre ? Ma non Rob non cade nella mia trappola e dice che nessuno dovrebbe dover scegliere tra un padre e una madre. Ma ricorda di aver avuto le lacrime agli occhi guardando una scena di Lena particolarmente difficile. E poi di aver imparato molto da Pierce:
“E’ un attore geniale, molto elegante! Ma lo è anche nella vita… “(e racconta la scena del ristorante, ndt).
E a quel punto il mollusco che è in me si è risvegliato: “E a lei non è venuto in mente di fare lo stesso? Provare a mordere il collo della gente per rompere il ghiaccio?”.
Robert a questo punto guarda i suoi piedi. Va bene, non insisto.
“E a parte questo, qual è il ruolo che le piacerebbe interpretare nel futuro? Dracula?” La domanda è talmente assurda che si mette a ridere.

No. Il ruolo che mi piacerebbe interpretare è quello di Edipo“.
Cado quasi dalla poltrona. “Vuole dire che le piacerebbe, avere dei … rapporti sessuali con una donna più adulta, in un clima di violenza?”. Nel dire questo, piego il collo di lato e passando l’indice sulla pelle sorridendo. Ma Patz pur restituendomi il sorriso, continua imperturbabile:
“In realtà, la storia di Edipo è molto più di così. In pochi la conoscono davvero e sarebbe un ruolo fantastico. C’è tutto in quella leggenda, l’amore, l’azione, la tenerezza, la tragedia: tutto”.
L’addetto stampa entra nella stanza e mugugna: “Ultima domanda”. Allora gli chiedo se ha un messaggio particolare per i francesi.
“Spero che il film piaccia in Francia, ma sono abbastanza fiducioso. Perché era nelle nostre intenzioni di avvicinarci ai drammi famigliari che fate voi … E poi i francesi sono sempre stati super gentili con me” conclude, quasi stupito.
Guardo a lungo questo giovane che a momenti sembra vicinissimo al suo personaggio. E mi dico che è stato un vero peccato non riuscire nella missione che mi ero data perché, a quello là, gli avrei volentieri affondato i canini da qualche parte. A.G.A.
Fonte.
Alle prossime news! Il Team.





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