Cari Twilighters, attore, star di film d’azione, agricoltore, modello di biancheria intima della Calvin Klein e oratore motivazionale nascente… Kellan Lutz è l’uomo del momento.Il determinato 25enne Lutz si è fatto un nome con ruoli come il vanitoso atleta affascinante con i genitori ricchi in 90210 della CW, come soldato di stanza in Iraq in Generation Kill della HBO (2008) e come vampiro nella saga Twilight… Insomma, tutte cose molto virili.
È un supereroe in attesa, che si trova a proprio agio con una camicia sbottonata e che vuole avere un fenomeno in esclusiva solo per lui.
Nato nel North Dakota e cresciuto in Arizona con visite frequenti alla fattoria di famiglia nell’Iowa, Lutz ha un passato molto irregolare e completamente Americano. Ma adesso si parla di Hollywood e Lutz ha molto lavoro. C’è il remake di questo mese di A Nightmare On Elm Street, poi il ruolo di un impulsivo giocatore di lacrosse insieme alla Twilighter Ashley Greene nel film Warrior, un caso di omicidio nel film Meskada con Nick Stahl e Grace Summer e poi, la cosa più importante, il terzo film della saga Twilight, Eclipse. Lutz crede nella pianificazione e nelle leggi dell’attrazione. Persino gli animali randagi lo seguono a casa.
Ecco a voi l’intervista tra Mark Jacobs e Kellan Lutz tradotta dallo Staff di Twilightitalia (per vedere le immagini del servizio e il video, cliccate sulla foto).
MARK JACOBS: Ciao Kellan! Dove ti trovi in questo momento?
KELLAN LUTZ: Nel mio cortile a Los Angeles con i miei due cani.
JACOBS: Chi sono i tuoi cani?
LUTZ: Kola è un incrocio tra un Pastore e un Husky che ho adottato dal canile di Compton. Kevin è l’ultimo arrivato, il membro più adorato della nostra famiglia. È un Chihuahua. L’ho trovato per strada quando tornavo da uno dei miei viaggi.
JACOBS: Hai passato del tempo nella fattoria di famiglia nell’Iowa mentre crescevi?
LUTZ: L’Iowa è il posto nel quale si trovava la fattoria, dove vivevano i miei nonni. Dopo che i miei genitori hanno divorziato, siamo andati a trovarli. Mia madre mi mandava al porcile dove avevamo degli enormi maiali. Stavo lì per sei ore con un tubo in mano, pulendo i maiali. Loro si immergevano nel fango e dopo si scrollavano. Tornavo a casa pieno di fango. Amavo bagnarmi e sporcarmi per poi farmi un bel bagno caldo.
JACOBS: Hai avuto esperienza anche nell’irrorazione delle colture e nel costruire silos. Hai idea di come questa storia venga presa da New York e Los Angeles? Ogni cosa che riguarda il duro lavoro è irresistibile per il mercato della moda.
LUTZ: Preferirei fare del lavoro manuale invece di stare seduto dietro una scrivania. E quando i miei nonni invecchiavano, volavo alla fattoria e davo una mano. Buttavamo giù i fienili, costruivamo i fienili. Preferirei fare balle di fieno o guidare i trattori.
JACOBS: Alla fine come hai scelto Hollywood?
LUTZ: Ho molti fratelli maggiori che sbagliavano molto agli occhi di mia madre. Quindi ho imparato da i loro errori, non posso dire quali, e mentre crescevo cercavo sempre di fare qualcosa che potesse attenuare lo stress di mia madre. Mi applicavo molto a scuola. Volevo andare via dal paese in modo tale da non pesare a mia madre. E Los Angeles, dove viveva mio padre, mi stava chiamando.
JACOBS: Perché recitare?
LUTZ: A Los Angeles incontravo molte persone che erano attori. La mia mente cominciò a capire cosa fosse la recitazione. Non realizzavo che Brad Pitt fosse un persona reale. Non pensavo che fosse un robot o una macchina, ma pensavo che si doveva nascere attori, tipo un albero di famiglia, come NASCAR. Nessuno può dire “Hey, diventerò un pilota NASCAR”. Tutti hanno bisogno di un’entrata. Quando stavo a Los Angeles ho capito che chiunque lo poteva fare. Perché non provarci? Ho cominciato a frequentare tonnellate di classi di recitazione e ho scoperto di avere una vera passione, probabilmente la più grande passione mai avuta in vita mia. Quindi decisi di lasciare in disparte la scuola, le borse di studio, tutto il lavoro che feci per me e mia madre e decisi di seguire questa strada.
JACOBS: Quanti anni avevi quando sei apparso sulla copertina “Abercrombie & Fitch”?
LUTZ: Diciotto. In quel periodo lavoravo in un Abercrombie per farmi degli amici. Non avevo amici.
JACOBS: Stavi al reparto vendite?
LUTZ: Vendevo vestiti. Ma credo che la mia personalità mi abbia aiutato, perché ero il peggior piegatore. Non mi importava di farlo. Mi sentivo come se avessi un disturbo da mancanza di attenzione. Facevo gaffe e sparavo elastici dappertutto. Per qualche motivo il direttore non mi ha licenziato e sono diventato l’uomo che saluta. Dovevo restare fuori, in topless, per invogliare la gente a entrare. Poi l’Abercrombie, per un provino, ha scelto di mandare me. Incontrai Bruce Weber e scelsero me. Non ero il più forte, il più adatto, il più bello di quello scatto, ma per qualche ragione Bruce mi mise in copertina. Stavo sdraiato sull’erba a giocare con uno scarafaggio e usarono quella foto. Lavoravo ancora al negozio quando uscì il giornale due mesi dopo. Fui molto fortunato e questo mi aprì le porte della recitazione.
JACOBS: Al contrario di alcuni attori, non sembra che tu abbia bisogno di mantenere le distanze tra la recitazione e la professione di modello.
LUTZ: È strano che il mondo percepisce la professione di modello come negativa. Rimango scioccato dal fatto che così tanta gente crede che, visto che sono un modello, penso di essere bello e che posso usare i miei sguardi per proseguire. Non sono bello!
JACOBS: Davvero non credi di essere bello?
LUTZ: È divertente quando la gente dice che hai sex appeal o ti chiama il prossimo Brad Pitt. Mi limito a ridere. Io non sono questo. Non voglio esserlo. “Sei un sex symbol”. Perché? Perché ho fatto il vampiro in un film? È tutto immeritato. Se avessi avuto i migliori addominali del mondo o se fossi stato uguale a Brad Pitt nel film Fight Club (1999), allora bene! Ma non sto morendo di fame, mangio ciò che voglio e non sono un patito dell’allenamento. La mia genetica è buona, ma non così buona come quella di He-Man (personaggio immaginario: l’uomo più forte dell’universo). Non lo è, ma mi piacerebbe che lo fosse (ridendo).
JACOBS: E a volte te ne vai senza maglietta a correre con i tuoi cani e le persone devono sopravvivere.
LUTZ: Non vedo cosa ci sia di speciale. Conosco molte persone che corrono senza maglietta per non far ricoprire di sudore i vestiti. Sono una persona normalissima. E ho quattro paparazzi fuori da casa mia tutto il giorno.
JACOBS: La tua umiltà è incantevole, ma guardi mai altri ragazzi in fila per ottenere un ruolo e pensi “Posso distruggerti con il mio magnifico sguardo”?
LUTZ: Amo la competizione. Quando mi stavo trasferendo per Twilight ero già un ragazzo grande, soprattutto dopo Generation Kill. Ero vicino ai 91 chilogrammi ed ero tutto muscoli. La descrizione del personaggio diceva che serviva un omone simile a un guerriero grande, ma con un sorriso. Passeggiavo nella sala d’attesa e vedevo altri nove ragazzi. La metà di loro stava cercando di fare flessioni e l’altra metà cercava di essere dura, rigida. Ridacchiavo. Sono molto perspicace. Adoro guardare ragazzi che hanno l’espressione tipo “Perfetto!”. Tutto questo perché vedono un ragazzo in sala ideale per quel ruolo. Non sono sfacciato, ma sono molto confidente visto che ho fatto i compiti a casa. Amo molto interpretare i personaggi. Mi piace indossare parrucche ai provini, anche se molte volte non funzionano. Mi piace provare a interpretare il ragazzo senza fiducia, il perfetto opposto al mio personaggio normale, perché è proprio in questo momento che entra in gioco la vera recitazione.
JACOBS: Quindi hai quattro film completamente diversi che stanno per uscire.
LUTZ: Grande quantità per grandi progetti. Specialmente per quelli nuovi. Amo questa industria. Ti mantiene giovane, lo fa veramente!
JACOBS: Sei molto giovane.
LUTZ: Mi sono sempre visto con il cuore giovane.
JACOBS: Riguardo i film d’azione?
LUTZ: Si tratta di obiettivi. Se prendi tutto ciò che ti capita, non arriverai da nessuna parte. Le persone mi vedono come il ragazzo che si vuole fare male, che si vuole rompere un osso, che si riempie di lividi. Ed è proprio così che si cresce con sei fratelli. Mi hanno riempito di botte, ma allo stesso tempo anche io ho riempito di botte. Non ho veri tatuaggi. Indosso i miei lividi e le numerose cicatrici al posto dei tatuaggi. Sono cresciuto amando i film d’azione. Mi piacerebbe recitare con Sylvester Stallone e ne ho quasi avuto l’opportunità in The Expandables (in uscita: Agosto 2010), ma non è stato così a causa della programmazione. Mi piacerebbe lavorare con lui e Mickey Rourke, Matt Damon, Daniel Craig, Jason Statham, Jet Li, Jean-Claude Van Damme… Bloodsport (1988) è stato uno dei miei film preferiti. Penso che ci sono molti ruoli e un eccesso di attori che se non ti poni un obiettivo, sei spacciato.
JACOBS: Hai coperto le tue basi. Hai persino fatto un video di Hilary Duff (With Love).
LUTZ: Il mio agente e la mia ragazza, in quel periodo, volevano entrambi che partecipassi al provino. C’è una citazione, credo di Wayne Gretzky, che dice che si perde il 100% dei colpi che non si prendono mai. È così vero. È per questo che mi piace partecipare ai casting. Sono molto professionale, ho studiato le mie cose, ci lavoro. E anche se non sono quello giusto per il lavoro… Che importa? So di aver fatto del mio meglio.
JACOBS: Continui a ricevere ruoli perché sei talentuoso e ti dedichi molto a quello che fai.
LUTZ: Ho molto da imparare e sono veramente fortunato a lavorare con attori molto talentuosi. Non sono neanche lontanamente vicino al mio obiettivo. Bisogna solo applicarsi e prendere del tempo per lavorare e allenarsi. Voglio continuare a farlo fino al giorno della mia morte. Voglio essere nei film e lavorare con persone che mi hanno spinto a diventare un attore migliore. Questo è quello a cui miro ed è per questo che è molto importante per me. Voglio solo provare tutto ciò di cui è fatto Kellan e spingerlo ai limiti per creare nuovi Kellan.
Mark Jacobs è uno scrittore e consulente creativo.
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Alle prossime news! Il Team.





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