RINGRAZIAMENTI SPECIALI IN OCCASIONE DELLA FINE DELLA "TWILIGHT SAGA"

lunedì 23 agosto 2010

Intervista a Ilaria Latini, voce italiana di Becca in "Vampire Sucks"!

lunedì 23 agosto 2010
La bravissima Ilaria Latini già doppiatrice di Alice Cullen, presta anche la voce a Becca, la protagonista del film/parodia "Mordimi". Alcuni siti hanno avuto la possibilità di intervirstarla facendole delle domande indirettamente, ecco cosa ha raccontato la bella Ilaria!

E’ la prima volta che doppi una parodia?

No, mi era già capitato per Scary Movie e Disaster Movie. Mi piacciono molto le pellicole demenziali americane, magari su alcune cose sono eccessive, ma bisogna riconoscere che con titoli come Una pallottola spuntata abbiamo riso tutti. Hanno una capacità notevole di far ridere con quattro sciocchezze.

Mentre lo doppiavi, ti è capitato di metterti a ridere?

Io rido tantissimo in sala di doppiaggio per questi film, tanto che nei primi passaggi per me è impossibile lavorare, visto che non riesco a smettere di ridere e mi sento una sciocca.

C’è un ruolo che ti è rimasto particolarmente nel cuore? Negli ultimi tempi, quello di Come d’incanto, che da una parte è una parodia della classica principessina viziata che poi si sveglia e dall’altra una storia d’amore molto carina. E’ uno dei film che mi ha divertito di più. E’ sempre un piacere doppiare Amy Adams, è bravissima e basta fare quello che fa lei. Ovviamente, è un onore partecipare alla saga di Twilight, che rimarrà nella storia e che ha attratto un pubblico che va dai 6 anni agli 80. E adoro il personaggio di Alice.

Come ti sei sentita nel passaggio da Alice a quello di Bella in Mordimi? Mi fa ridere. Devo dire che mi era già capitata una cosa del genere, forse anche pù strana. Infatti, in Disaster Movie doppiavo la parodia della principessa di Come d’incanto, quindi riprendevo proprio lo stesso ruolo, mentre qui faccio la parodia di Bella. La cosa divertente è che qui Bella risulta molto seria nelle cose che fa, tanto che il mio ruolo è quasi drammatico. D’altronde, c’è una scuola di pensiero che sostiene che si fa ridere quando si è molto veri. E’ la scuola classica, quella di Stanlio e Ollio e la vecchietta che cade. Nella realtà è una cosa drammatica, ma così è divertente, basta realizzare un quadretto simpatico. Peraltro, come vedrete, la pellicola è molto fedele.

Quale personaggio ti è sembrato più somigliante a livello fisico? Sicuramente Jasper, che è assolutamente incredibile, ma anche i tre vampiri cattivi, Victoria, Laurent e James sono molto simili, ma devo dire che il primo piano di Jasper è impressionante.

Ci racconti un aneddoto simpatico sul doppiaggio di Alice Cullen? Quello che posso dire è che quando sono arrivata per lavorare alla parte, non conoscevo né la storia né il libro. Peraltro, nel primo film ho poche battute, quindi francamente pensavo che non fosse un ruolo molto importante. E invece mi è capitato di essere fermata da persone che mi chiedevano incredule se ero veramente io la voce di Alice. Ovviamente, poi mi sono documentata meglio e ho scoperto di cosa si trattava.

Come è stato iniziare a lavorare a 4 anni?

Beh, è andata bene, perché in quel momento era semplicemente un gioco, anche grazie all’attenzione dei miei genitori che mi hanno fatto lavorare poco. Una volta, ho vinto un provino per partecipare come attrice a un film, ma mia madre ha evitato di dirmelo, perché voleva che facessi regolarmente la scuola e avessi un’infanzia normale. Anche con i turni, mi facevano fare poche cose alla volta e rimaneva un gioco, anzi era una novità. Se mi dicevano “oggi incominci una serie”, per me significava che mi permettevano di farla, perché molto spesso rifiutavano.

Pensi che questo concorso possa rappresentare il primo passo per un aspirante doppiatore o comunque il percorso da seguire è molto più complicato?

In realtà, forse si può dire che non ci sia un percorso preciso nel doppiaggio, come in generale nel mondo artistico. C’è bisogno di talento, di fare esperienza e di avere tanta umiltà. Sicuramente questa può essere un’esperienza divertente, ma non un trampolino di lancio, perché si tratta di persone che non conoscono questo mondo. Devi parlare a un microfono davanti a tutti e si prova una forte ansia, e non si è in grado di esprimere il meglio di sé, mentre serve un approccio passo dopo passo. Bisognerebbe fare come nell’antichità, quando per imparare un’arte ti mettevi accanto a un grande artista e piano piano lui ti insegnava tutto, mentre tu all’inizio lo guardavi e lo seguivi soltanto. L’approccio è lento, non si possono precipitare le tappe e ci vuole pazienza, dedizione, buona volontà e studio.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

A livello lavorativo io cerco sempre occasioni di crescere, ma attualmente sono sempre meno. Quando hai l’occasione di fare qualcosa che ti faccia crescere, puoi aggiungere qualcosa a un puzzle. Anche per quanto riguarda la mia vita, mi piace avere sempre l’opportunità di crescere e usare al meglio gli elementi che raccolgo.





Fonte

0 commenti:

Posta un commento